“Maria Montessori – La nouvelle femme” è il film diretto da Lea Todorov, figlia del più grande storico della letteratura russa, Tzvetan Todorov, e distribuito dalla Wanted Cinema.
Cortigiana di successo, Lili d’Alengy è sicura del suo valore sociale e tiene in pugno la fervente Parigi del 1900. All’improvviso, però, dall’esilio parentale riemerge la figlia che Lili si vergogna di avere: una bambina disabile di nome Tina, la cui esistenza sarebbe inaccettabile per la buona società parigina.
Lili scappa quindi a Roma, dove c’è un istituto che si dice possa prendere in cura bambini con difficoltà. Lì incontra Maria Montessori, che a sua volta ha un figlio “nascosto” nato fuori dal matrimonio in una relazione con il collega Giuseppe.
Insieme, i due medici cercano di convincere le istituzioni che il loro metodo educativo sperimentale è in grado di recuperare alla società quei bambini “idioti” emarginati dal sistema.
Nel cast come protagonista principale troviamo la brava Jasmine Trinca e poi Leïla Bekhti, Rafaelle Sonneville-Caby e Raffaele Esposito.
Sentiamo adesso le belle parole della nostra inviata speciale Virna Castiglioni:
“In “Maria Montessori – la nouvelle femme” la regista Léa Todorov prende in prestito la storia personale di Maria Montessori per farne un esempio più generale. Maria Montessori è diventata celeberrima in tutto il mondo per la rivoluzione copernicana compiuta nella scienza pedagogica. Con lei il bambino è finalmente al centro del processo formativo, con i suoi bisogni e le sue capacità. Il fine educativo ultimo deve essere quello di valorizzare le capacità di ciascun individuo e fare in modo che possa esprimere tutto il suo potenziale, qualunque esso sia, anche deficitario rispetto a nomali parametri di crescita e sviluppo.
Non si è in presenza di un vero e proprio biopic, non ci viene raccontata per filo e per segno la vita di un personaggio noto nella sua interezza. Si sceglie di utilizzare le tappe salienti del destino di questa donna medico illuminato per parlare di riscatto, di libertà e di un nuovo modo di concepire la figura femminile.
La donna che è padrona della sua maternità e decide per lei in prima persona al di là delle convenzioni e dei preconcetti imposti dalla società che la vorrebbe invece mero strumento di procreazione e affiancata sempre e comunque da una figura maschile.
Maria è un’archetipo, un paradigma, un’ antesignana per un nuovo concetto di femminilità che non sia più solo ristretto all’essere colei che genera e mette al mondo permettendo la prosecuzione della specie umana. Il vissuto intimo e privato di Maria Montessori è trattato con molto pudore e rispetto da una regia attenta a far emergere un discorso che esuli dallo strettamente personale ma si estenda come forte messaggio universale, ancora molto attuale ai giorni nostri.
Con sensibilità e giusti tempi la regista sceglie di svelare quanto di traumatico e sconvolgente sia capitato nella vita di questa donna. Colei che da medico ha creato un metodo educativo straordinario ed efficace riconosciuto vincente e adottato in moltissimi Paesi del mondo ha vissuto per molto tempo all’ombra di un uomo che per un tratto è stato anche compagno di vita, padre del figlio e sodale nella sua professione. Attualmente si stima che nel mondo ci siano circa 65.000 scuole in 145 Paesi diversi. Un successo planetario. Maria Montessori viene ricordata esclusivamente per aver concepito un metodo educativo rivoluzionario e innovativo. In questo film si disvela anche il privato doloroso che ha segnato profondamente una donna capace e determinata che non si è piegata ai dettami convenzionali del suo tempo. Molto interessante il contraltare filmico di Lili d’Alengy che interpreta nella finzione colei che ha reso possibile nel concreto l’emancipazione e l’affrancamento dalla società patriarcale del tempo di Maria, mettendole a disposizione risorse finanziarie per intraprendere una carriera completamente autonoma.
La società che voleva e vorrebbe ancora oggi una donna al completo servizio dell’uomo, nelle retrovie, meritevole solo di duro lavoro ma poco adatta e incline a ricevere riconoscimenti pubblici come è giusto e naturale che sia per chi si è speso per una causa e l’ha resa fruibile anche alle masse future con Maria Montessori ha una battuta d’arresto. Lili d’Alengy personaggio inventato di una cortigiana con una figlia disabile che cerca una struttura che possa liberarla dal giogo di un impegno totalizzante quale quello che presuppone seguire una figlia con problemi di apprendimento è la contropartita di Maria, inizialmente relegata ad un ruolo subalterno rispetto al mondo maschile. Un film ambientato nel passato con una ricostruzione fedele e scrupolosa di ambienti, scene e costumi che è molto ancorato al presente e che parla soprattutto un linguaggio estremamente attuale e al contempo necessario. Asciutto e pacato nello stile, semplice e diretto ma al contempo profondo e accurato. Onesto e sincero nel riportare alla ribalta una figura importantissima per la storia nazionale del Novecento che ha determinato una svolta positiva e moderna nell’impostazione dell’educazione nei primi fondamentali anni di vita dell’infanzia.
Un ritratto essenziale senza inutili digressioni che avrebbero appesantito il racconto e spostato il focus della narrazione senza aggiungere nulla di fondamentale. Molto lucida e coerente la lettura che viene proposta degli avvenimenti ed efficace nel veicolare un messaggio potente che arriva alla mente e al cuore dello spettatore. Ogni essere umano, a prescindere dal genere, può e deve lottare per affermare se stesso contro pregiudizi e stereotipi.
Affidata al talento di Jasmine Trinca l’interpretazione di questa donna di spessore acquisisce ancora più valore. Il film è uno splendido omaggio ad una personalità influente del nostro recente passato e la sua storia di determinazione e resilienza che coincide con una parte importante della storia educativa del nostro Paese andrebbe fatta conoscere alle nuove generazioni. Le conquiste sono frutto di lavoro, dedizione, intuizione ma sono anche intrise di sacrificio personale, di rinunce, di abnegazione e di grande sofferenza. La storia di ognuno è sempre un intreccio di luci e ombre.”
Spazio finale come sempre al trailer ufficiale !