Il film di James Mangold (veterano di opere come “Cop Land”, “Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line” e “Logan: The Wolverine“) è uno dei più attesi della stagione, perchè porta sullo schermo l’orami star Timothée Chalamet nel ruolo di Bon Dylan e “A complete unknown” è stabilmente nella cinquina delle pellicole candidate ai principali premi
All’inizio degli anni ’60, il giovanissimo Bob Dylan viene dal Minnesota ed è ancora completamente sconosciuto ma comincia a farsi un nome nell’influente scena musicale newyorkese del periodo. La sua carriera ha un’ascesa fulminea: le sue canzoni e la sua mistica diventano un punto di riferimento e una sensazione a livello mondiale.
Un periodo esaltante, culminato in una rivoluzionaria esibizione (con strumenti elettrici) al Newport Folk Festival nel 1965.
Nel cast anche Elle Fanning, Edward Norton, Monica Barbaro, Boyd Holbrook e P.J. Byrne.
Questo un piccolo estratto di una recente intervista al regista americano:
“La prima volta che mi sono seduto con Bob Dylan, lui mi ha detto: “Di cosa parla questo film, Jim?”. Gli ho risposto: “Parla di un ragazzo che si sente morire soffocato in Minnesota, si lascia alle spalle tutti i suoi amici e la sua famiglia e si reinventa in un posto nuovo, si fa nuovi amici, costruisce una nuova famiglia, ottiene un successo fenomenale, inizia di nuovo a sentirsi morire soffocato e scappa”. Dylan ha recepito tutto questo e ha sorriso. “Mi piace”, disse.
Non volevo trasformare Bob Dylan in un personaggio semplice con una cosa semplice da svelare, e che alla fine ti fa dire: “Ah, ora ho chi è”.
Non credo sia possibile, dopo averlo conosciuto. Penso anche che sia abbastanza chiaro che ha passato la maggior parte della sua vita a cercare di evitare tutto questo. Quindi il mio ruolo di drammaturgo diventa quello di non cadere in questa trappola, cosa che in un certo senso ho già fatto in Walk the Line. Ma c’è una differenza. Johnny Cash è definito dalla sua educazione, dalla perdita del fratello, dalla vergogna che si è portato dietro per tutta la vita e da una dipendenza che è stata causata dai traumi della sua infanzia. Tutto ciò è molto chiaro. E il fatto che la sua musica parli, in un certo senso, di prigionia e di oscurità, è in incredibile, drammatica armonia con queste osservazioni psicologiche su di lui.
Niente di tutto questo sarebbe stato facile con Bob. Quindi, quando dico che si tratta di un’opera corale, lo dico perché certamente segue Bob, ma ero molto più interessato alla scia che questa persona ha lasciato sugli altri.
Ecco perché il personaggio di Elle e quello di Pete Seeger, interpretato da Edward, e anche Joan Baez, naturalmente, e molti altri sono più che di passaggio. Sono tutte figure determinanti nel suo percorso negli anni tra il ’61 e il ’65, ma hanno anche interagito con lui in modi diversi, che sono prismi e chiavi di accesso a diversi aspetti di chi potrebbe essere Bob.
Quando ho preso in mano il progetto, Jay Cocks aveva già scritto una sceneggiatura basata sul libro Going Electric [di Elijah Wald]. E quel libro si concentrava su quel periodo esatto.
Quando mi sono immerso nel copione di Jay e ho iniziato a lavorarci sopra, soprattutto per cercare di espandere la parte iniziale del film e la rete di personaggi, ho trovato gli anni dal ’61 al ’64 davvero interessanti. Mi ha subito affascinato l’idea di un talento come Bob, così inquietante, così provocatorio, così sospeso tra fatti reali e finzione.
L’idea di questo incredibile artista che arriva a New York con 12 dollari in tasca era per me molto interessante. È una specie di favola: c’era una volta un villaggio, e un giorno arrivò questo giovane uomo che andò a incontrare il leader morente della musica che venerava, e incontrò il suo secondo luogotenente, che lo prese con sé e diede a questo giovane uomo che aveva talento la possibilità di cantare lui stesso.
E all’improvviso questo giovane uomo parte come un razzo, tanto che tutte le persone che incontriamo lungo la strada si trasformano improvvisamente.
È una storia molto semplice, in realtà. Il problema dei film è l’eccesso di storia. Quello che vi ho descritto è il contesto generale, dove poi questi personaggi meravigliosi ed eccentrici. e gli straordinari giovani attori che li interpretano, si muovono.”
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