Un fine settimana di avventura, esplorazione e montagna al Trento Film Festival

Da mercoledì 16 maggio a domenica 20 maggio presso lo Spazio Oberdan a Milano si terrà per l’ottavo anno una rassegna dedicata al Trento Film Festival (http://oberdan.cinetecamilano.it/eventi/trento-film-festival-2012-a-milano-iii-edizione/).

Nelle diverse serate verranno proiettati 16 titoli presenti nella rassegna e provenienti dal molti diversi paesi del mondo.

Il Trento Film Festival è un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della filmografia di montagna, avventura ed esplorazione.

Quest’anno il Festival trentino ha raggiunto la 60°edizione e proprio in questa occasione ho avuto occasione di partecipare alle due giornate finali del festival, assistendo alla proclamazione dei film vincitori delle prestigiose Genziane, ma anche cogliendo l’occasione per assistere alla proiezione di molti dei film che all’interno della rassegna hanno ricevuto riconoscimenti.

Luogo principale delle proiezioni della rassegna cinematografica è il cinema Modena, centralissimo multisala cittadino.

Con stupore e delusione devo constatare, però, che alcuni film davvero ragguardevoli presenti a Trento, non troveranno spazio nella rassegna milanese, primo tra tutti il film “Vivan Las Antipodas” del regista russo Victor Kossakovsky, vincitore del riconoscimento più importante, la Genziana d’oro, premio città di Trento.

Il documentario, presentato lo scorso anno alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è la rappresentazione poetica e caleidoscopica del nostro mondo multipolare.La storia è ambientata in quattro coppie di luoghi opposti sulla terra: Argentina-Cina, Cile- Russia, Hawaii- Botswana, Nuova Zelanda- Spagna. La ricerca e la realizzazione delle riprese negli otto luoghi opposti della sfera terrestre ha richiesto al regista ben 4 anni di lavoro. Il risultato è un film dove le immagini ruotano e si capovolgono, mostrando la bellezza sconvolgente del nostro pianeta e insieme i contrasti e le molteplicità dei differenti modi di vivere. Il regista stesso, parlando del suo film così descrive il suo lavoro :

“Un giorno viaggiando in Argentina vidi un uomo che pescava da un piccolo ponte in un piccolo villaggio. Nella luce del tramonto, quel posto così semplice mi è sembrato il più meraviglioso al mondo. Ho pensato: cosa accadrebbe se tirassi ben più in fondo quel filo della canna da pesca, attraverso il centro della terra? Cosa avrei visto esattamente dall’altra parte? Ho controllato, e avrei trovato una delle città più popolate, movimentate e rumorose del pianeta, Shanghai. Poi ho imparato che da quando la maggior parte del pianeta è ricoperta dall’acqua, esistono solo poche terre abitate che hanno agli antipodi altre terre. Ad esempio, in tutta l’Europa solo la Spagna ha un paese agli antipodi, la Nuova Zelanda. Gli Stati Uniti hanno solo uno stato, le Hawaii, che ha agli antipodi il Botswana, a sua volta l’unico paese africano ad avere una terra agli antipodi. Abbiamo inoltre filmato nella coppia di luoghi secondo me più belli e cinegenici, il Lago Baikal e Capo Horn. Qualche volta accade che hai una buona idea per un film ma poi, quando davvero la realizzi, capisci che l’idea era migliore della realtà. In Vivan las Antipodas! accade invece che gli opposti coesistano. L’idea era buona, ma cosa realmente ho trovato è qualcosa di incredibile e sorprendente”.

Un film italiano si è, invece, aggiudicato meritatamente la Genziana d’Oro al Miglior film di Alpinismo e Montagna, con il cortometraggio di Davide Carrari “Verticalmente dèmodè“, dedicato al mondo

del free climbing e alla figura di Maurizio Manolo Zanolla, grande arrampicatore trentino e alpinista di grande talento e coerenza nella filosofia di vita.

Le vie montane, per quanto piccole e dèmodè come la via Eternit di cui parla il cortometraggio, sono sempre e comunque ricche di valori e degne di considerazione.

Davide Carrarari,fotografo professionista che ha collaborato con le maggiori agenzie pubblicitarie italiane ( qui a fianco ritratto al ritiro del premio “Mario Bello), ha girato questo film quasi totalmente in bianco e nero, e ha saputo mostrare con altissima qualità estetica il valore dell’arrampicata libera, non solo come sport, ma anche come arte creativa. L’ascesa di una parete non è solo gesto sportivo, ma è anche sogno,  studio e progettazione meticolosa fino al momento dell’ultima e coraggiosa ascesa.

Il cortometraggio, è stato premiato a Trento anche con il premio “Mario Bello”, miglior film di alpinismo realizzato da alpinisti che divulgano le proprie imprese e con il premio “Città di Imola”( premio precedentemente assegnato al miglior film italiano presente alla Mostra del Cinema di Venezia).

Per il pubblico milanese sarà possibile vederlo all’interno della rassegna cittadina all’Oberdan nelle serate del 17 e del 19 maggio 2012.

Sempre in tema di montagna e alpinismo segnalo un altro pregevole film presente nella rassegna milanese il 18 maggio : “La voie Bonatti” del francese Bruno Peyronette. Il mediometraggio, premiato con la Genziana d’Argento al Festival, è un omaggio all’epoca eroica dell’alpinismo, contrassegnata dalla figura mitica di Walter Bonatti.

Il film narra l’impresa di due alpinisti francesi di alto livello ( Christophe Dumarest e Yann Borgnet),

che nell’ottobre del 2010 hanno realizzato un progetto, che può essere considerato il sogno di ogni alpinista : ripetere in stile alpino, concatenando alcune grandi vie aperte da Bonatti nel massiccio del monte Bianco.

Il documentario segue assiduamente i due alpinisti per tutti i sei giorni della loro impresa condotta con allegria, serenità e senza presunzione.

Il mediometraggio è la prova evidente di come anche oggi gli alpinisti, pur contando su un equipaggiamento avanzato, possono mantenere intatto lo spirito che contraddistinse Bonatti nell’affrontare le sue ascese alpine.

Rimanendo in tema alpinistico il premio per il miglior cortometraggio è stato assegnato ad un documentario di produzione statunitense,  “Cold” di Anson Fogel.

Una storia che mostra le emozioni estreme di un’impresa alpinistica ai limiti della possibilità della soppravvivenza ( la spedizione è soppravvissuta a temperature di -50°con venti fino a 200 km/h).

L’impresa narrata è nientemeno che la spedizione alpinistica del febbraio 2011, l’ascesa invernale del Gasherbrum II, ad opera di tre dei maggiori alpinisti della scena mondiale : Simone Moro, Denis Urubko e l’americano Richards.

Un cortometraggio imperdebile, a cui sarà possibile assistere nella rassegna milanese nella serata del 18 maggio.

Una cosa è certa, alla fine della visione, avrete anche voi la sensazione di sentirvi davvero “congelati”.

Uscendo dall’ambito dei film di contenuto alpinistico merita di essere menzionato il bellissimo e commovente documentario “Lasciando la baia del re” della regista milanese Claudia Cipriani (nella rassegna milanese dell’Oberdan il 19 maggio) premiato a Trento con il Premio Solidarietà Cassa Rurale Milanese, candidato al premio David di Donatello 2012.

Il film, finanziato da VITA con il premio apposito nell’ambito di FilmMaker e grazie a Fondazione Cariplo che sostiene i progetti per i giovani artisti del Club Vita, racconta dell’associazione “Baia del Re”, il nomignolo con cui gli abitanti del quartire Stadera di Milano chiamano la propria zona. In particolare del rapporto della regista con una ragazza che frequenta il doposcuola dell’associazione. Nel documentario i destini delle due protagoniste si incrociano, trasformando il ritratto della piccola comunità non profit nella storia di un’amicizia, in un lungo viaggio dalla periferia milanese al Polo Nord.

Purtroppo assente dalla rassegna allo spazio Oberdan il film “La nuit nomade” di Marianne Chaud, Genziana d’Oro per il miglior film di esplorazione e avventura. Un documentario girato in Ladakh,   che narra con grande sensibilità le vicende di vita dei pastori nomadi e la loro battaglia per la soppravvivenza culturale sull’altopiano tibetano.

Questa voce e' stata pubblicata in Dai nostri inviati.
  1. Stefano Chiesa scrive:

    Parlano molto bene anche di “How I Ended this Summer” thriller proiettato domenica sera alle ore 21.00 (124 min): http://oberdan.cinetecamilano.it/film/how-i-ended-this-summer/

  2. Stefano Chiesa scrive:

    Qui il trailer del documentario “Lasciando la baia del re”: http://www.youtube.com/watch?v=7qGKKbz7jvY

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