Un thriller sulle difficoltà dell’invecchiare

Campione d’incassi in Francia con quasi 700.000 spettatori, vincitore del Premio della giuria per la migliore sceneggiatura e del Premio per il miglior attore non protagonista (Pierre Lottin) al Festival international du film de Saint-Sebastián, “Sotto le foglie” (in originale “Quand vient l’automne”) è il nuovo imperdibile film di François Ozon, che ultimamente ci ha abituato solo a grandi opere.

 

Michelle ha tre passioni: suo nipote Lucas, la sua migliore amica Marie-Claude e i funghi che raccoglie nei boschi di un piccolo villaggio della Borgogna. La sua unica afflizione è Valérie, figlia ingrata che le rinfaccia il passato – Michelle è un’ex prostituta – e troppo amore per suo figlio.
Un incidente a tavola e una quiche di funghi tossici dopo, un equilibrio già fragile si rompe. Valérie accusa Michelle di averla deliberatamente avvelenata e le impedisce d’ora in avanti di rivedere Lucas.
A rimettere le cose a posto ci pensa Vincent, figlio di Marie-Claude appena uscito di prigione. Le sue intenzioni sono buone ma scatenano una tragica spirale.

 

Bel cast con Hélène Vincent, Ludivine Sagnier, Garlan Erlos, Josiane Balasko (volto storico notissimo del cinema francese) e Pierre Lottin.


 

Questo è un breve estratto da una recente intervista di Ozon che ci racconta qualcosa di più sul film:
 
“Dopo aver realizzato “Mon crime – La colpevole sono io”, commedia che gioca con l’ironia e l’artificio, e numerosi adattamenti, ho avuto voglia di tornare a scrivere una sceneggiatura originale e di fare un film più scarno e più ancorato nella realtà.
Entrambi i film esplorano i temi del senso di colpa e dell’omicidio, ma qui il tono è diverso, l’atmosfera è più alla Simenon, un autore che ho sempre amato molto. Ho ricercato un approccio semplice e dolce nella messa in scena, percorsa da una tensione e da una suspense sulle vere motivazioni dei personaggi che si trovano ad affrontare dei complessi dilemmi morali in circostanze al di là del bene e del male.
Ma il mio principale desiderio era soprattutto filmare delle attrici di una certa età, mostrare la bellezza delle rughe sui loro volti, che riflettono il tempo che passa e le loro esperienze di vita. Sono sbalordito nel constatare fino a che punto le persone anziane scompaiono alla nostra vista nella società e sugli schermi. E per contrasto ho avuto voglia di filmare attrici di 70-80 anni che mostrano con orgoglio e senza artifici la loro età.
 
L’idea del film mi è venuta dalla mia storia personale. Quando ero bambino, una delle mie zie aveva organizzato un pranzo di famiglia per il quale aveva cucinato dei funghi che aveva raccolto lei stessa. Durante la notte ci eravamo sentiti tutti male tranne lei che non li aveva mangiati. Quella storia mi aveva affascinato e avevo sospettato che mia zia, una donna tanto gentile e affettuosa, avesse voluto avvelenare tutta la famiglia (cosa che sotto sotto era il mio più grande desiderio all’epoca)!
 
Avevo voglia di mescolare le difficoltà dell’invecchiare a un aspetto thriller nella narrazione, partendo dal presupposto di lasciare alcuni elementi e molti non detti fuori campo per permettere allo spettatore di farsi il proprio film e di formulare la propria interpretazione sul comportamento di Michelle o di Vincent, il figlio di Marie-Claude, che è appena uscito di prigione e del quale sappiamo solo “che ha fatto delle sciocchezze”.
Spesso la vita ci offre inavvertitamente la possibilità di realizzare i nostri desideri più profondi e più segreti. Abbiamo la tendenza a santificare e idealizzare le persone anziane, a dimenticare che hanno vissuto un’esistenza più complessa di quanto sembra, che sono state giovani, che hanno una sessualità, un inconscio… Volevo far percepire tutta l’ambiguità del bisogno di Michelle di rivedere il proprio nipote.”

 

Questo è il bel trailer italiano !!

 


 

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