Dialoghi con… Eugenio Cappuccio

 

Eugenio Cappuccio per molti è un nome poco conosciuto.

Se però citiamo la sua filmografia pochi potranno dire di non aver visto una sua pellicola.

Nel suo cv cinematografico ci sono infatti due piccole gemme come “Volevo solo dormirle addosso” con Giorgio Pasotti e “Uno su due” con Fabio Volo.

 

Venerdi’ prossimo esce il suo nuovo film “Se sei così ti dico si” con Emilio Solfrizzi e Belen Thomas e ne abbiamo approfittato per scambiare due veloci parole con lui.

 

 

Ciao Eugenio benvenuto sulla pagina degli Amici del Cinema. Ci fa piacere averti protagonista di questo numero del nostro spazio Dialoghi.

 

Venerdi’ esce il tuo nuovo film “Se sei così ti dico sì”, una storia sospesa tra grottesco e malinconia con Emilio Solfrizzi e Belen Thomas. Ci vuoi raccontare brevemente come e’ nata l’idea di questo film ?

  

E’ nata da un soggetto di Antonio Avati che ho fatto mio e quindi ampiamente rielaborato e scritto con Claudio Piersanti.

E’ la storia di Piero Cicala (Emilio Solfrizzi) un cantante che è riuscito ad avere il suo momento di successo negli anni ’80 con una sola canzone, “Io, te e il mare”, successo da milioni di dischi venduti. Purtroppo Piero non ha saputo gestire la sfolgorante fortuna e ora conduce una vita modesta e pacifica. Ma sulla quale piomba la proposta di un’importante trasmissione tivù, che lo ripesca come gloria del passato, invitandolo a Roma dove incontrerà la famosissima Talita Corte’s (Belen Rodríguez) (questa è una aggiunta mia in compendio alla risposta di Eugenio).

  

Penso che lavorare con una certa tipologia di attori per un regista debba essere un grande piacere sia per l’aspetto lavorativo che per quello umano. Come e’ stato dirigere Emilio Solfrizzi in questa pellicola ? Mi da l’impressione di una persona con una grande carica di umanità.

 

Si, come tutti i bravi attori ha una sua visione della storia e quindi del film, ed è anche giusto che sia così. naturalmente un regista ha la sua , a volte, idea del film e quindi le due energie si devono coniugare. Se sono di pari forza si crea l’equilibrio creativo giusto ed il film decolla, se una delle due soccombe, lasciando spazio all’astio è la fine ed il film precipita. Solfrizzi ed io sul ring abbiamo lo stesso peso. Ognuno con il suo ruolo ben definito. Emilio è un uomo intelligente e sensibile e molto creativo.

 


Torniamo un attimo agli inizi della tua carriera. Iniziare come assistente di Federico Fellini sul set di “Ginger e Fred” deve essere stata una esperienza senza paragoni. Cosa ricordi di quei giorni ?

 

Ricordo tutto. Ricordo quanto a venti anni si è intraprendenti e luminosi, capaci di affrontare le montagne con la energia giusta. Fellini mi ha insegnato questo: non esiste vetta non raggiungibile, se poi vedi che non va, cambia montagna, là c’è un’altra vetta che aspetta.

 

“Volevo solo dormirle addosso” e “Uno su due” sono due dei tuoi film più di successo ed in entrambi traspare una grande attenzione alla realtà umana (che sia quella del lavoro o delle conseguenze sociali di una malattia).

Parti sempre dall’osservazione della vita reale nella scelta/scrittura dei tuoi copioni ?

 Assolutamente si, la realtà è cinema allo stato puro. Al cinema il compito di ritagliarne sezioni emblematiche per riuscire a tradurne il suo sostanziale, introvabile, significato. Ricerca insomma. Gli uomini e le loro vicende son al centro dell’arte in genere, anche quella astratta od informale, ricorrono comunque a categorie che hanno a che fare con l’umano. nel momento in cui percepiamo ed esprimiamo una configurazione della realtà che si avvicina alla forme del vero, compiamo un atto pieno di dignità, fratellanza direi. Per me il cinema migliore è quello che non tradisce mai l’uomo. Come la nascita o la morte.

 

Nella tua carriera di regista hai lavorato con tanti giovani talenti italiani come Giorgio Pasotti, Fabio Volo, Cristiana Capotondi, Anita Caprioli…

E’ stata una necessità dovuta ai budget oppure credi che adesso abbiamo un valido gruppo di attori italiani finalmente maturi per ruoli da protagonisti ?

 

Ho sempre scelto gli attori sulla base di quanto li ritenevo giusti per la storia. Nè Pasotti nè Volo sono costati pochi soldi…non esistono attori maturi od immaturi, esistono  registi che hanno voglia di osare o meno.

 

Grazie Eugenio per il tempo che ci hai dedicato, auguriamo alla tua ultima fatica un grande successo e intanto la consigliamo a tutti gli “Amici del Cinema” che terremo informati sulla programmazione nelle sale milanesi.

 

Vi ringrazio io moltissimo e vi aspetto alla conferenza del 14 aprile. ciao.

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