Il villaggio di cartone

Mercoledi’ 12 ottobre “Il villaggio di cartone” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amici del Cinema. Abbiamo raccolto i commenti di chi ha visto il film quella sera.

Cristina
“A commento del film “Il villaggio di cartone” visto insieme mercoledì scorso pubblico questa frase del regista che a mio parere riassume in poche righe il significato del film “I libri possono servire qualsiasi padrone, del resto la nostra storia recente ci ha insegnato che i più prepotenti dichiarano: «Dio è con noi». Di fronte a qualsiasi forma di Chiesa che considera più importante il dogma dell’uomo, io sono per la libertà dell’uomo e non per la sudditanza al dogma.”

Vito
“E’ un pò la filosofia che sta dietro al film: “Centochiodi”"

Cristina
“Sì….probabilmente è legata al film “Cento chiodi” ma è un tema che ritorna anche nell’ultimo film….in ogni religione e in ogni stato ci sono dogmi e regole, ma al di sopra di ogni cosa vi è la capacità dell’uomo di autodeterminarsi e di scegliere il bene…”

Davide
“Avendo avuto la fortuna di averlo visto nella serata-evento organizzata al Piccolo da “Corriere”con Olmi presente mi sento di consigliarlo assolutamente..film potente e contemporaneamente semplice (non banale però)…dà voce a chi la voce non ha…gli ultimi, quelli che non hanno nessuno dietro, a quelli che vogliono una cosa sola: vivere. Questo è uno di quei (rari) film che parlando di “cose ultime” non danno risposte, ma generano solo delle domande…esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare un film hollywoodian-style…non ti estranea dalla realtà, ma te la fa meglio capire…ci può fare solo bene in questi tempi in cui i mass media ci vogliono convincere di vivere in un mondo di fiction ! Da vedere se non avete ancora perso la speranza !”

Cristina
“Se ha un difetto il film di Olmi è esattamente l’opposto, ovvero di “trascurare” la storia che racconta (e qundi i problemi degli immigrati, il terrorismo, etc) e usare invece i personaggi e la storia come simboli dei problemi filosofici da sempre cari a Olmi: la pietas vs i principi, il fondamentalismo figlio della mancanza di pietas, la fede insufficiente a salvare l’umanità dal male, l’uomo come fine ultimo di qualsiasi considerazione religiosa o laica dell’umanità. Temi alti, altro che banali, cui la storia e la sceneggiatura viene piegata.
Trovo poi Olmi l’opposto del moraleggiante. Proprio perchè crede nell’uomo e nella sua fragilità, Olmi non ha mai la verità rivelata che è invece tipica di chi procede per principi indiscutibili, come appunto i moralisti e i fondamentalisti. Il simbolismo c’è, a volte funziona, altre volte – secondo me – penalizza la storia.”

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