Nel nostro spazio Dialoghi ospitiamo oggi con piacere Sophie Chiarello.
Sophie, dopo una lunga gavetta in televisione, pubblicità e come aiuto regista in moltissimi film (Massimo Venier , Edoardo Winspeare, Kim Rossi Stuart e Giuseppe Piccioni tra gli altri), fa il suo esordio come lungometraggio con la pellicola “Ci vuole un gran fisico”, una divertente commedia con Anna Finocchiaro, Raul Cremona, Giovanni Storti e Elio.
Ciao Sophie intanto benvenuta sulla pagina degli Amicinema.
Parliamo subito del film che è uscito lo scorso giovedi’ nelle sale italiane.
Visto che il bello del cinema (e della vita) sono i sentimenti, ti chiediamo subito quanto sei emozionata per il debutto di questa tua prima opera? Temi il giudizio del pubblico/critica o sei abbastanza serena ?
Sono molto emozionata certo. E’ il raggiungimento di un traguardo per il quale ho lavorato molti anni. È la dimostrazione che in Italia, a volte, anche il lavoro paga…o no?
Il giudizio di pubblico e critica…non so se ‘temerlo’ sia il termine giusto. Sicuramente ha il suo grande valore nella misura in cui determina o meno il successo del film e dal pubblico soprattutto, non si può prescindere mai. Dal momento in cui il pubblico si siede a vedere il film, si stringe una sorta di patto con lui, che va rispettato fino alla fine. Ovviamente quindi spero che le intenzioni del film arrivino in sala in maniera chiara e senza equivoci. Se questo accade, è già una bella soddisfazione.
Anche la critica ha la sua grande importanza. Nel bene e nel male. In ogni caso, le critiche costruttive rappresentano un’occasione in più di confronto, per analizzare il proprio lavoro, guardarlo attraverso altri occhi e magari cogliere una possibilità di crescita in più.
Il film racconta la storia di Eva una cinquantenne e della sua lotta per riaffermarsi socialmente e lavorativamente contro i pregiudizi di chi vorrebbe metterla in un angolo a causa del suo essere donna e per di piu’ non giovane.
Cosa ti ha colpito della sceneggiatura (scritta dalla stessa Angela Finocchiaro) ?
Mi è piaciuta molto l’idea di affrontare una tematica nuova, poco raccontata al cinema, e farlo in chiave di commedia. Poi ho avuto il privilegio di lavorare con un’attrice bravissima, che ha un intuito straordinario per la commedia, e che si è messa a nudo in un ruolo insolito. Solitamente le attrici tendono a voler nascondere le loro imperfezioni (e non solo le attrici ma quasi tutte le donne, compresa la sottoscritta!!), Angela le ha usate per aprire una finestra su una parte importante e difficile della vita della donna.
Come è stato il passaggio da dirigere un lungometraggio invece che un cortometraggio (ricordiamo Ficarigna del 2001, Un filo intorno al mondo del 2006, finalista ai Nastri d’Argento, e Ritals, domani me ne vado)?
Tu hai molta esperienza come aiuto regista, ma questa volta hai dovuto cimentarti in una impresa “da grandi” o comunque molto più complessa !!
Io non vedevo l’ora di fare ‘ufficialmente’ il salto dal mio ruolo di aiuto regista al ruolo di regista. Ufficiosamente, sentivo di averlo già fatto soprattutto con il film documentario ‘Ritals, domani me ne vado’, che ho scritto e diretto insieme a mia sorella Anna-Lisa Chiarello. Certo, si tratta di un film indipendente, con un budget ridottissimo e con implicazioni completamente diverse rispetto a ‘Ci vuole un gran fisico’.
Con ‘Ci vuole un gran fisico’, mi sono messa ‘ufficialmente’ alla prova: il confronto con gli attori, la gestione di una troupe vera e numerosa, il senso di responsabilità di fronte ai produttori che mi hanno accordato la loro fiducia…insomma, ti ritrovi catapultata in prima linea in un meccanismo che a volte può intimorire ma è molto stimolante e edificante.
Nel cast del tuo film tra gli altri ci sono attori molto bravi ed affermati come Angela Finocchiaro e Aldo, Giovanni e Giacomo (già diretti da te nel corto Un filo intorno al mondo).
Visti i loro tempi comici già ben rodati come hai deciso di impostare la tua regia?
Hai lasciato spazio e carta bianca oppure hai cercato di dare un metodo alla loro improvvisazione ?
Con Angela in particolare, ma anche con gli altri attori, abbiamo provato molto, anche le domeniche. In quella sede, ci siamo concessi lo spazio all’improvvisazione per poi mettere a punto le scene ed essere pronti sul set. (nonostante le sette settimane di ripresa siano un lusso oggi, dovevamo correre!)
Ho cercato di mettermi in ascolto degli attori, e insieme, considerando le loro e le mie intuizioni, abbiamo costruito i personaggi, già ben disegnati dalla sceneggiatura, definito le dinamiche tra i vari personaggi, e i movimenti in base anche agli ambienti nei quali avremmo girato.
Il nostro gruppo di “Amicinema” piu’ che di esperti e’ composto principalmente di appassionati di cinema.
Ci puoi raccontare come e’ nata la tua passione per il cinema ? E’ stato un colpo di fulmine (magari un film/regista particolare) o un innamoramento lento e costante ?
Non saprei dire esattamente come sia nata la mia passione per il cinema. Tante cose messe insieme forse. L’ho sempre molto amato fin da piccola. Mio padre andava sempre in giro con una super8 e filmava filmava filmava… Mia madre è una straordinaria raccontatrice di storie e con la sua voce mi ha portato attraverso mondi e vicende di persone conosciute e sconosciute.
Adoravo Romy Schneider e i film di Claude Sautet che vedevamo in televisione la sera a casa. Adoravo anche le commedie all’italiana e in età più matura ho potuto capire e apprezzare i film del neorealismo italiano, ancora molto celebrato in Francia, della nouvelle vague….
L’ultima domanda e’ quella classica che facciamo ai nostri intervistati sui loro gusti cinematografici e che poi diventa anche un consiglio per i nostri “lettori”: quali sono i tre film della tua vita ? Quelli che magari hanno appunto acceso la tua passione per la settima arte !!
Devo ammettere che non c’è un genere che prediligo rispetto ad altri (a parte l’horror che non mi stimola un granché). Amo i bei film, ben scritti, dalle commedie, ai drammi, ai biopic,…basta che siano bei film. Forse i film che ho nel cuore sono ‘C’era una volta in America’ di Sergio Leone, ma anche ‘La signora della porta accanto’, di Truffaut..ma insomma, sono tanti, talmente tanti che è riduttivo citarne solo due.
Oggi parlo di questi ma domani potrei citarne altri, di un altro genere…’Harry ti presento Sally’, ‘Cattivissimo me’….dipende anche dal momento della vita che attraversi, dall’umore, lo stato d’animo… che ti fanno sentire in quel momento un film più vicino di un altro, no? …e oggi a roma piove!
Sophie ti ringraziamo molto per il tempo che hai voluto dedicarci e ti auguriamo una lunga permanenza in sala per la tua pellicola e ovviamente un ottimo gradimento del pubblico (il film vicino a Milano lo trovate all’UCI Cinemas di Pioltello, allo Skyline di Sesto S.Giovanni, allo Space Cinema di Cerro Maggiore e alle Giraffe di Paderno Dugnano).