C’è un confuso brusio di parole, proprio come in un set cinematografico prima del ciak, e macchie di colori e profumi.
Dove ci troviamo? Ecco, il brusio si placa rapidamente come un’onda che ritorna in mare, i colori si stemperano in una sola tinta indefinibile: silenzio, inizia il film…
Ma il vero film sappiamo bene che è fatto da ognuno di noi. Provate a voltarvi durante una proiezione e “guardare il film” sui volti stupiti, frementi, addolorati degli spettatori, anzi delle persone: mille sceneggiature in un unico film.
Ognuno di noi trova parte di se stesso nel personaggio o nella musica o nella storia. In qualche modo è ciò che siamo stati o che avremmo voluto essere almeno in un momento della nostra vita, che volevamo dire, fare… baciare.
In questa chiave, nessun film può essere considerato un brutto film, perché una pellicola vive attraverso le emozioni che una persona muove individualmente. Un film è molto più di una bella trama, un bravo attore, ottima fotografia, musica azzeccata; un film è quello che sei, che vorresti o non vorresti mai, e ridi e piangi proprio per questo.
E’ così che chiediamo ai nostri lettori di esprimere una preferenza sui tre migliori film della propria vita, con questa voglia di raccontarsi e raccontarcelo, perché quella sua emozione diventi anche nostra.
Ringraziamo come sempre Claudio Lupi autore anche dell’introduzione che leggete sopra e oggi vi presentiamo le emozioni e i film di Massimo Zanichelli !!!
Per ancora non lo conoscesse (male vuol dire che non avete mai partecipato ai suoi interessantissimi corsi di cinema), Massimo tra le altre cose è giornalista, insegnante di storia e linguaggio del cinema, “wine writer” per il Gruppo Editoriale L’Espresso e per le pubblicazioni di Go Wine Editore.
Non perdete le sue eno-recensioni cinematografiche sulla sua pagina facebook !!!!.
Psyco di Alfred Hitchcock
L’ho visto a 14 anni ed è stata un’esperienza senza ritorno. La doccia, la morte della protagonista prima della metà del film, l’interpretazione di Perkins, lo sdoppiamento della personalità. Cinema puro, massima stilizzazione, un bianco e nero che non si dimentica. Gli ho dedicato anche un libro.
The Shining di Stanley Kubrick
Il film che per me si avvicina più di ogni altro all’idea di perfezione. La forma nella sua quintessenza. Ipnotico come nessun altro, fin dai memorabili titoli di testa. “All work and no play makes Jack a dull boy”. Ma anche “Il mattino ha l’oro in bocca” della versione italiana non è male. Labirinti dappertutto (nel giardino, nell’hotel, nella testa).
Strade perdute di David Lynch
Il film che ho visto più di ogni altro al cinema. Postula uno spettatore fuori dalla norma, capace di entrare in un meccanismo psichico e onirico che rifugge da spiegazioni razionali e giustificazioni narrative. Una delle più originali e indimenticabili variazioni su un tema a lungo frequentato dal cinema come quello del “doppio”. Decisamente superiore al successivo e più considerato “Mulholland Drive” dello stesso regista.