Il fondamentalista riluttante

 

A voi, anzi a noi, il consueto spazio di discussione sull’ultimo film visto dagli Amicinema: impressioni commenti, critiche e pareri… tutti qui!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRAMA:

 

Nel 2010, mentre imperversano le manifestazioni studentesche a Lahore, un giovane pachistano, il professor Changez Khan (Riz Ahmed) viene intervistato dal giornalista americano Bobby Lincoln (Liev Schreiber). Changez, che ha studiato a Princeton, racconta a Lincoln il suo passato di brillante analista finanziario a Wall Street. Parla del luminoso futuro che aveva davanti, del suo mentore, Jim Cross (Kiefer Sutherland), e della bellissima, sofisticata Erica (Kate Hudson), con la quale si preparava a condividere il futuro. All’indomani dell’11 settembre, il senso di alienazione e il sospetto con il quale viene improvvisamente trattato, lo riporta nella sua terra di origine e dalla sua famiglia, alla quale è molto affezionato. Il suo carisma e la sua intelligenza lo fanno subito diventare un leader sia agli occhi degli student pachistani che lo adorano sia del governo americano che lo guarda con sospetto.

 


GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA:Mira Nair
SCENEGGIATURA:  Ami Boghani,Moshin Amid. William Wheeler
CAST: Ris Ahmed, Kate Hudson, Liev Screiber, Kiefer Sutherland, Om Puri

 

DURATA: 128 min.

 

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  1. Elena Costa scrive:

    Premetto che adoro Mira Nair e ho visto tutti i suoi films e poi però aggiungo che amo quei films che fan pensare, riflettere, anche dopo essere usciti dal cinema. E questo è così. Impossibile non mettersi in discussione, qualunque sia la nostra idea. Aveva suscitato molte polemiche perché apparentemente sembra voler giustificare il fondamentalismo, ma io non sono d’accordo con questa tesi limitante. Secondo me lei ci ha voluto dire molte altre cose: intanto che non esiste una verità assoluta, che non ci si può dividere fra buoni e cattivi, che non si può fare di tutta un’erba un fascio. Ma anche che tutto sommato sarebbe meglio vivere in un mondo dove non si è costretti ad emigrare per trovare un lavoro ed una dignità di vita, almeno in apparenza.Importanti sono le parole delle prime lezioni universitarie fatte dal protagonista appena rientrato a Lahore. In questo film c’è la discriminazione razziale, giustificata per carità dall’evento dell’11 settembre, ma portata all’eccesso. C’è il bisogno umano di riscatto sociale, che deve dimostrare di farcela, di essere all’altezza, ad ogni costo, anche calpestando dei valori. Bellissimo il dialogo fra l’editore turco e il protagonista, quello col padre….La riluttanza nasce forse più dal dover scegliere, non solo da che parte stare, ma se in quella parte scelta ci sono dei valori da difendere. Di estrema attualità quindi questo film ben fatto che analizza dei comportamenti umani e non solo focalizzato al fondamentalismo islamico. Per me bellissimo questo film, oltre alle atmosfere deliziose di New York, Lahore e Istanbul.

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