Dal vostro inviato a Venezia: la Mostra entra nel vivo

Oggi c’è stata l’inaugurazione della sezione Orizzonti della Mostra con il film tedesco “Wolfskinder” di Rick Osterman. Racconta la storia di un gruppo di bambini tedeschi nella Prussia Orientale diventata sovietica dopo il 1945. Un film sulla sopravvivenza e la forza della vita. Non a caso uno dei protagonisti legge a più riprese un libro di Darwin. La natura splendida contrasta con il mondo feroce degli adulti e aiuta i bambini a sopravvivere. E’ un film potente recitato da dei giovanissimi attori tutti bravissimi e applauditissimi in Sala Grande al Lido.

Poi, dopo un rapidissimo pranzo a base di insalata di pasta, gentilmente ospitata al tavolo di un produttore, il vostro inviato si è fatta forza ed è andata a vedere un film giapponese, cinematografia che normalmente non è nelle sue corde.

E invece sono rimasta piacevolmente stupita dalla pellicola del regista Sono Sion (il secondo da sinistra nella foto con gli attori del film)  ”Why don’t you play in hell” , un omaggio al cinema e al suo valore capace di prendersi in giro, ma che prende in giro soprattutto Tarantino, le sue acrobazie splatter, i combattimenti a tempo di musica, l’incultura di arti marziali. Divertentissimo.

A seguire, in Sala Grande la Mostra ha consegnato il Leone d’Oro alla Carriera a William Friedkin, regista dell’ Esorcista e di altri thriller divenuti famosi.

La sera finalmente è cominciato in Sala Grande il concorso ufficiale con il film  ”Tracks” del regista australiano John Curran.

Racconta  la storia vera di Robyn Davidson che nel 1977, con la sponsorizzazione del National Geografic, traversò il deserto australiano in solitaria da Alice Springs  fino all’Oceano Indiano, accompagnata da un cane e quattro cammelli. Il film si appoggia sulla straordinaria interpretazione di Mia Wasikowska. Ricorda “Into the wild”, ma Davidson non è narcisista, non si ritiene superiore alla natura, ne rispetta le regole, accetta l’aiuto del prossimo. Insomma ha sufficiente umiltà e umanità per riuscire nell’impresa. Particolarmente emozionante la presenza in Sala Grande al Lido della stessa Davidson (l’ultima a destra nella foto con il regista e l’interprete) che ha ricevuto applausi commossi.

Infine secondo film in concorso e ultimo della giornata è stato Via Castellana Bandiera di Emma Dante (a sinistra nella foto) con Alba Rohrwacher, Emma stessa e un insieme di straordinari attori siciliani. Eppure, al di là della metafora riuscita, al di là della vivacità della lingua e delle situazioni raccontate, il film non mi ha convinto fino in fondo, perché appare strascicato e, a differenza di “E’ stato il figlio”  di Ciprì dell’anno scorso, non riesce a mantenere ritmo e magia d’invenzione fino alla fine.

 

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